N. 8/2008
Europa ed Africa: politiche ed esperienze di cooperazione

Il “Continente perduto”. Dopo la monumentale analisi curata da Gunnar Myrdal (Asian Drama: An Inquiry into the Poverty of Nations, 1968), quel che si diceva dell’Asia sul finire degli anni ’60, quanto a prospettive di sviluppo, viene ripetuto per l’Africa, più specificamente per l’Africa Sub Sahariana (ASS), con l’avvento del nuovo millennio. Ancora una volta, i dati paiono inequivocabili; tanto più se letti alla luce degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, da raggiungere entro il 2015. Obiettivi, peraltro, particolarmente in sintonia con le esigenze di superamento della marginalizzazione cui sembra condannato il continente “culla dell’umanità”.
Stanti le tendenze in atto, secondo le stime dell’UNDP, per l’ASS si conseguiranno gli obiettivi dello sradicamento della povertà assoluta entro il 2147, dell’istruzione primaria universale entro il 2129, della riduzione della mortalità infantile entro il 2165. Per non parlare degli obiettivi di promozione dell’uguaglianza di genere ed empowerment delle donne, di miglioramento della salute materna, di lotta contro HIV/AIDS, malaria ed altre gravi infermità, di garanzia per la sostenibilità ambientale; tutti traguardi per i quali è impossibile ogni previsione che abbia un minimo di affidabilità.
Come andiamo affermando da tempo, le prospettive di sviluppo dell’ASS rappresentano il vero “caso serio” della politica di cooperazione, nel contesto della globalizzazione in atto. Caratterizzata, quest’ultima, da processi di internazionalizzazione ben lungi dal risultare conformi ai canoni dell’equità e della simmetria nella relazione tra i csd. “ricchi” ed i csd. “poveri”.
Eppure, proprio nel concludersi di questo decennio, la dinamica di sviluppo dell’area mostra segni di una inversione di tendenza. Basti ricordare come alcuni dei conflitti più sanguinosi siano cessati, i progressi verso la democrazia vadano consolidandosi, sia pure faticosamente, diversi sistemi economici sperimentino tassi di crescita impensabili all’inizio del decennio, anche se le disuguaglianze sociali permangono, gli investitori internazionali dimostrino un interesse crescente e, soprattutto, un numero crescente di Paesi si orienti verso una esplicita internalizzazione dello sviluppo umano tra gli obiettivi da raggiungere.
Ci sono, pertanto, interessanti premesse – se sostenute e valorizzate dai decision makers del continente ed internazionali – per giungere quanto prima ad affermare, anche per l’Africa, quanto oggi sosteniamo per l’Asia: il “Continente più ricco di futuro”.
Questo ottavo fascicolo della Collana “I Percorsi dello Sviluppo” propone contributi di riflessione ed esperienze concrete di cooperazione a partire da una puntuale analisi di carattere storico. A nostro giudizio, è questa l’ottica migliore per cogliere la complessa realtà delle prospettive di sviluppo in Africa, includente 58 tra Paesi ed aree, 2500 tra lingue e dialetti, nonché tutte le forme di economia ed organizzazione sociale classificate dagli etnologi.

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Data ultimo aggiornamento: 14 novembre 2019