n. 17/2013
Dal monitoraggio dei progetti a quello delle politiche

L’ampliarsi e l’aggiornarsi del lessico rappresentano, spesso, un indizio significativo, una verifica efficace di come e quanto vengano modificandosi gli approcci analitici, così come le prassi operative. Per questo, peraltro, conta anche considerarne la lentezza o la rapidità. Un esempio evidente lo dà la cooperazione internazionale.
In poco più di un decennio, le analisi, i rapporti, i criteri di giudizio che la concernono sono venuti rapidamente arricchendosi di un “blocco lessicale” ricco di nuovi termini ormai comunemente usati, cui tutti normalmente si richiamano, assumendoli come punti di riferimento fondamentali.
Transparency, ownership, partnership, stakeholders, empowerment, sono solo alcuni di questi che, quando si citano, consentono di esprimere con forza, sinteticità ed immediatezza concetti e contenuti decisamente complessi. È il caso, per esempio, dell’empowerment espressivo dell’impegno a promuovere, in ciascun soggetto e nei gruppi sociali, quella capacità di essere, fare e decidere che rappresenta il nucleo strategico di ogni processo di sviluppo. È pure il caso dell’evaluation che, nel quadro del Project Cycle Management, dà effettività al doversi operare non solo con razionalità, ad esempio secondo la logica “costi -benefici”, ma anche con responsabilità, riconoscendo necessario il rendere conto puntualmente delle azioni attuative dell’impegno progettuale (accountability).
Relativamente di recente, ruolo ed importanza dell’evaluation e dell’accountability rilevano per un contesto ben più ampio di quello riconducibile al Project Cycle Management: nella misura in cui sono giunti a costituire parte integrante, al di là dei progetti, dell’elaborazione e dell’attuazione dei programmi e, con visione ancora più generale, delle politiche di cooperazione allo sviluppo. In effetti, non sono stati (e non sono) affatto rari i casi di mancata sintonia tra progetti, programmi e politiche di sviluppo così come tra progetti, programmi e politiche di cooperazione. Nella realtà, l’esperienza insegna come non si dia alcun percorso meccanico, necessitato, unidirezionale e positivo; così che ad interventi progettuali bene impostati ed attuati consegua un favorevole compimento dei programmi e quindi delle politiche. È il ben noto “Paradosso micro-macro”, definente il successo dei singoli progetti contestuale al fallimento dei programmi e delle politiche.
La molteplicità delle variabili in gioco si arricchisce al punto da rendere complessa l’azione globale di cooperazione che, ancor più di un progetto, deve essere appropriatamente monitorata e valutata per garantirne, per quanto possibile, il buon esito finale. All’interno di questa prospettiva si inseriscono i contributi del volume, considerando aspetti di analisi metodologica e di esperienza operativa, di ONG, Paesi ed Organismi internazionali.

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Data ultimo aggiornamento: 14 novembre 2019