n. 12/2010 
La Cooperazione Decentrata ad un bivio: da sostegno a progetti a promozione di programmi

Sull’efficacia della cooperazione Internazionale, in particolare dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo, le posizioni critiche non mancano. Anche le più radicali. Dambisa Moyo per esempio, nel suo contributo “Dead aid”, è determinata nell’analisi e perentoria nella tesi: l’aiuto non solo ha fallito, ma fisiologicamente genera corruzione e dipendenza, contribuendo ad accrescere la povertà in Africa; dunque, è il caso di interromperlo.
Riecheggia, per molti versi, analisi e tesi già maturate nel corso degli “anni ‘90”, quando molti sostenevano, non senza fondamento, che la cooperazione della comunità internazionale era da interpretarsi non tanto come “AID” – “aiuto” appunto, magari finanziario, da integrare con quello commerciale, tecnico, umanitario, etc. – ma piuttosto come “AIDS”: veicolo perverso di trasmissione, dai donor countries ai recipient countries, di un virus invincibile, capace di determinare disgregazione e perdita dei sia pure deboli e limitati fattori di difesa ed autonomia dei Paesi in Via di Sviluppo, non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale, culturale e politico e, non ultimo, quello identitario.
In effetti, a partire dagli anni ’60, un imperante e persistente “approccio per progetti” ha costituito il focus di riferimento per la promozione dello sviluppo; nonostante, in particolare, tenesse in assai scarsa considerazione i complessi e spesso radicali cambiamenti, in particolare antropologici, sociali e istituzionali, causati nei contesti d’intervento e sottovalutasse l’impatto spesso determinante derivante da scelte di valenza geopolitica emergenti nel più generale processo di globalizzazione.
˜Progressivamente, quindi, si è reso del tutto evidente l’affermarsi di un preciso e diffuso paradosso: il “paradosso micro-macro”, per cui a fronte di risultati positivi ed importanti a livello di progetti (micro) non corrispondono analoghi successi a livello di Paese (macro).
A seguito di questa constatazione, il focus di riferimento è oggi non più l’”approccio per progetti”, ma l’“approccio per programmi”, che induce a cambiare le modalità di attivazione, gestione e valutazione dell’aiuto, offrendo una cooperazione che si propone in quanto capace di visioni di insieme, analisi e prospettive di medio lungo andare, integrazione tra pluralità di obiettivi, considerazioni sinergiche di sistema: a livello locale e nazionale, dei donor countries e dei recipient countries, così come a livello internazionale.
Secondo tale prospettiva, occorre ragionare in termini di sistemi “aperti”, analizzando il numero più elevato possibile di fattori, per cercare di capire i molteplici nessi e le dinamiche interazioni che spiegano le tendenze strutturali dei sistemi oggetto di intervento.
I contributi del presente fascicolo portano a riflettere sulla questione, considerando in particolare il ruolo della cooperazione decentrata, sempre più attenta alla valutazione strategica d’impatto, per rispondere peraltro alla crescente ed esigente pressione dell’opinione pubblica globale sui risultati concreti che l’aiuto è in grado di conseguire.

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Data ultimo aggiornamento: 14 novembre 2019