Profilo economico della Regione del Veneto

E' un dato di fatto che la Regione del  Veneto abbia un ruolo trainante nell'economia del sistema paese (tanto da contribuire con una quota del 9,8% nel 2006 alla formazione del Prodotto Interno Lordo - PIL nazionale), confermato dalla presenza in Veneto dell'8,9% delle imprese italiane (dato 2005) e dall'estrema vitalità di un territorio che sta scegliendo la strada dell'economia cosiddetta "intangibile e della conoscenza" quale motore propulsore dei settori produttivi, oggi sottoposti ad una fase di specializzazione orientata verso uno sviluppo duraturo e sostenibile. Un primo segnale significativo di tale sviluppo, in cui a farla da padrone è il settore dei servizi, è senz'altro da individuare nello stile di vita dei residenti, il cui reddito disponibile pro/capite è cresciuto di +2,7 punti percentuali su base annua (dati Regione del Veneto, 2006, riferiti a dati del 2004), con il conseguente aumento dei consumi nel menàge quotidiano delle famiglie venete e l'altrettanto necessario incremento in settori protagonisti, quale quello delle costruzioni.
Per quanto riguarda le infrastrutture, la Regione Veneto è seconda solo al Piemonte, con un deficit infrastrutturale che riguarda solo le province di Venezia e di Belluno, ed una densità di infrastrutture che talvolta supera la media nazionale, sia a livello regionale che provinciale. A tale livello di infrastrutturazione corrisponde un incremento interessante degli scambi commerciali con l'estero in termini di esportazioni (Europa dell’est (+5,9%), Medio Oriente (+23,5%), Asia orientale (+1,5%), Asia centrale (+12,5%), con un volume complessivo che ha raggiunto nel 2005 i 39,6 miliardi di euro (il 13, 4 del totale nazionale), grazie ai settori delle macchine e degli apparecchi meccanici (+21,9%), dei prodotti in metallo (+5,1%), degli apparecchi elettrici ed elettronici (+3,3%), dei prodotti chimici, gomma e plastica (+2,1%). Altrettanto robusta è la crescita delle importazioni, dovuta alla progressiva affermazione dei nuovi mercati dell'est Europa e Asiatici, che sono passate repentinamente dal + 2,1 del 2005 al + 12,6% del 2006 (dati UnionCamere 2006). I paesi "adiacenti" di tale economie emergenti sono inoltre protagonisti del fenomeno di delocalizzazione delle attività produttive (con una particolare attenzione per il settore moda) e dell'estensione del controllo diretto da parte delle aziende venete su attività estere, realizzato tramite il costante aumento della pratica degli investimenti diretti, nel 2004 pari al +0,62%.
Protagoniste dei processi qui descritti sono le 460.000 imprese che concorrono alla vitalità della Regione, e che sono suddivisibili in tre tipologie:

  • le imprese tradizionali, quali l'agricoltura, oggi spesso costrette a rinunciare al proprio ruolo primario;
  • le  imprese dell’economia industriale, in cui si colloca l'industria che registra una frenata nel 2005   (-1%);
  • le imprese dell’economia post-industriale, fortunatissime negli anni '90 e caratterizzate da un cospicuo uso di nuovi strumenti tecnologici, dall’orientamento all’innovazione e ricerca,  dalla necessità di capitale umano specializzato e di istruzione elevata, nonché dalla produzione di beni intangibili e servizi.

Il turismo risulta essere, inoltre, una delle risorse fondamentali, sia in termini di produzione delle ricchezze, che dal punto di vista occupazionale, della regione, che risulta in testa alle classifiche nazionali per presenze ed arrivi, ospitando il 14% dei turisti dell’intera penisola, attirati da una ricca offerta e dal cospicuo patrimonio culturale, questi ultimi due confortati da un discreto sostegno da parte delle istituzioni (con spesa del 3,4% del bilancio comunale, 1,8% di quello delle province, 0,8% di quello regionale).

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Data ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2012